mercoledì 20 luglio 2011

DIRE

Improvvisamente la vita ti porta ad una curva cieca
senza preavviso,
e ti accorgi improvvisamente che quello che ti trovi davanti è qualcosa di diverso, di
duro,
pericoloso.
allora devi ripensare i tuoi valori
e ficcarci dentro a forza
l’idea che esiste qualcosa di cui hai sentito parlare,
ma che hai sempre pensato lontano.


è difficile pensare che
qualcuno ti sta lasciando


e' difficile vedere
che ti scivola dalle braccia
implorando il tuo aiuto
e tu
non sai cosa fare

giovedì 14 luglio 2011

INVICTUS

Dalla notte che mi avvolge,
nera come la fossa dell'Inferno,
rendo grazie a qualunque Dio ci sia
per la mia anima invincibile.
La morsa feroce degli eventi
non m'ha tratto smorfia o grido.
Sferzata a sangue dalla sorte
non s'è piegata la mia testa.
Di là da questo luogo d'ira e di lacrime
si staglia solo l'orrore della fine.
Ma in faccia agli anni che minacciano,
sono e sarò sempre imperturbato.
Non importa quanto angusta sia la porta,
quanto impietosa la sentenza,
sono il padrone del mio destino,
il capitano della mia anima.

Nelson Mandela

martedì 12 luglio 2011

CESARE PAVESE - A che serve passare dei giorni se non si ricordano?

Cesare Pavese è, a mio avviso, un gigante della letteratura italiana (mondiale).
Alcune sue riflessioni... - Luciano


La vita non è ricerca di esperienze, ma di sé stessi.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"


Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"


I veri acciacchi dell'età sono i rimorsi.
da "La luna e i falò"


Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"


Nulla è volgare di per sé, ma siamo noi che facciamo la volgarità secondo che parliamo o pensiamo.
da "La spiaggia"


Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"




Raccontare le cose incredibili come fossero reali - sistema antico; raccontare le reali come fossero incredibili - moderno.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"

Le lezioni non si danno, si prendono.
da "Il mestiere di vivere (1935-1950)"

Nulla si assomma al resto, al passato. Ricominciamo sempre.
opera non citata


Arriva il giorno che, per chi ci ha perseguitato, proviamo soltanto indifferenza, stanchezza della sua stupidità. Allora perdoniamo.
opera non citata





lunedì 11 luglio 2011

X (frammento)

X

Abbiamo smesso di vivere
Fuori dal guscio
Addormentati nell’ultima fila
Di un cinema buio

Gladiatori nell’arena
Del quotidiano
E ingranaggi senza traccia
Di essere umano


Una pistola inceppata
Con il colpo in canna
Cenere tiepida
Sotto troppa sabbia

Il soggetto è smarrito
Ma anche il verbo e la frase
In un turbinio di note
Di cui si è persa la chiave

Bob Dylan tips


  • Regola numero 1: Mai fidarsi di un tizio con l'impermeabile.
  • Regola numero 2: Attenzione ai sentimenti e all'amore, sono temporanei e facili a fluttuare.
  • Regola numero 3: Quando ti chiedono se ti importa veramente dei problemi del mondo, guarda profondamente negli occhi chi te lo sta chiedendo. Non te lo chiederà di nuovo.
  • Regola numero 4 e 5: Mai dare il tuo vero nome. E se ti viene detto di guardare te stesso, non guardare mai.
  • Regola numero 6: Mai fare o dire qualcosa, che la persona che sta davanti a te non può capire.
  • Regola numero 7: Mai creare niente, verrà male interpretato. Ti incatenerà e ti inseguirà per il resto della vita... e non cambierà mai.

Partiamo da qui...

perché le canzoni non ti tradiscono, anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te han voluto dire qualcosa le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle, intatte, nn importa se cambierà chi le ha cantate, se volete sapere la mia, delle canzoni, delle vostre canzoni vi potete fidare
Luciano Ligabue - Radio Freccia

martedì 5 luglio 2011

Esistono in rete molte versioni di questo documento scritto da Elsa Morante. Alcune versioni sono state "ritagliate" in modo da esaltarne il messaggio. Sono quasi sicuro che questo è il documento originale, che comunque possiede una forza notevole. La parte senza tempo è evidenziata....
5 luglio 2011 LC

Roma 1° maggio 1945
Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.

Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.

Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia
era legata da patti (1935), la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).

Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.

Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani).

Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto.

Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.

In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.

Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.

Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.

imperfetto dentro

la perfezione
non esiste
è un asintoto lontano
in un universo senza punti di riferimento
di cui vediamo solo la nostra
percezione

la perfezione
non esiste
e quello che manca
è il sale della vita
è lo sforzo per capire
quanto serve
per sentirsi vivi

le canzoni hanno una loro vita...
nascono, vivono, muoiono
Sono figlie di episodi
follie
pensieri
sono crude, difficili, acerbe, arcigne, ...meravigliose...