mercoledì 7 dicembre 2011

Consigli di lettura


Un re senza distrazioni

Frédéric ha la segheria sulla strada di Avers. Vi è subentrato al padre, al nonno, al bisnonno, a tutti i Frédéric.
È proprio alla svolta, nella curva a gomito, sul bordo della strada. Lì c'è un faggio; sono convinto che non ne esistano di più belli: è l'Apollo citaredo dei faggi. Non è possibile trovare in un altro faggio, ovunque sia, scorza più liscia, colore più bello, struttura più esatta, proporzioni più giuste, più nobiltà, grazia e giovinezza eterna: Apollo, per l'appunto, si dice non appena lo si scorge, e si continua a ripeterlo per tutto il tempo che lo si guarda. La cosa più straordinaria è che possa essere tanto bello e rimanere tanto semplice. È fuor di dubbio che esso si conosce e si giudica. Come potrebbe, tanta perfezione, essere inconsapevole? Quando basterebbe una bava di vento, un cattivo utilizzo della luce serale, uno scompenso nell'inclinazione delle foglie per far sì che la bellezza, rovesciata, non sia assolutamente più strabiliante?
[Jean Giono, Un re senza distrazioni, traduzione di Francesco Bruno, Guanda]

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